Domenico Guzzi – 1982
(…) sarà proprio quell’impeto violento, che nasce dall’aver sia pur indirettamente vissuto il dramma della conflittualità sociale.
Così, non deve sorprendere se da quelle forme tagliate, indagate nel loro profondo, sgorghi, come sangue, del rosso a porsi in funzione di drammatico contrasto con l’oro del bronzo. È, questo, uno sviluppo simbolico che, proprio nelle antinomie del sociale, troverà il senso del suo significato. Altre volte potrà apparire come sviluppo d’una forma avvolgente riecheggiante i motivi del barocco, sempre condotti peraltro sui canali della sintesi.
«Credo che le trenta sculture di Catelli – scrive Micacchi – siano una grande novità per la scultura italiana, ma una novità duramente preparata in solitudine per alcuni anni”.
Camillo Catelli ha, dunque, una sua strada da percorrere; un’idea da sempre più coltivare e maturare.